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Sunday 2 December 2012

Lorsignori, Friedman e i processi alle intenzioni


Chiunque abbia un’infarinatura di diritto penale sa che, fin dall’antichità, per ottenere una condanna l’accusa deve provare due elementi: l’acuts reus e la mens rea.

Vari testi più o meno riconducibili al coacervo (sarebbe forse più preciso dire accozzaglia, ma poi ci accuserebbero di argumentum ad hominem, e noi Aristotele l’abbiamo letto) di movimenti che abbiamo ormai preso l’abitudine di chiamare Lorsignori hanno attaccato le dottrine della Scuola di Chicago (con la quale per inciso personalmente non sono d’accordo su tutto) in quanto colpevoli, attraverso un processo di ‘shock and awe’ (termine di Lorsignori), di aver smantellato la spesa sociale in vari posti del mondo, inclusi gli Stati Uniti. Tale processo sarebbe stato portato avanti in particolare durante la presidenza Reagan. Limitiamoci per carità di patria a questo episodio, anche se sia chiaro potremmo maramaldeggiare citando il caso russo (dov’erano i fautori del libero mercato? Piuttosto c’erano faccendieri per lo più legati alla vecchia intelligentsia sovietica, in particolare Armata Rossa e KGB) e quello cinese (dopo Tienanmen le riforme liberalizzatrici furono fermate per anni, non certo implementate).

Andiamo quindi ad analizzare i due elementi che l’accusa deve provare.

Mens rea: non ci risulta che Friedman o alcun altro esponenti della scuola di Chicago, ne’ per questo nessun altro economista, abbia mai teorizzato l’utilizzo strumentale di vari disastri, figuriamoci poi la loro creazione ad arte, con l’intenzione di imporre questa o quella politica. Per la verità c’è un’eccezione, che vedremo in fondo.


Seguendo lo stile di Lisia, ammettiamo però, dopo averne dimostrato l’inconsistenza, che la mens rea effettivamente sia esistita e passiamo al dato saliente, ovvero l’actus reus.

Actus reus: facciamoci la domanda più importante: la spesa sociale negli Stati Uniti è diminuita sotto Reagan? La risposta è nel grafico qui sotto (fonte: heritage foundation http://www.heritage.org/research/testimony/the-size-and-scope-of-means-tested-welfare-spending), che dimostra non solo che la spesa sociale non è diminuita sotto Reagan, ma che non è proprio diminuita mai, almeno dalgi anni cinquanta. In caso qualcuno se lo chiedesse, anche la spesa totale dello Stato non è mai diminuita, ma non ci siamo limitati a far notare questo dato che la spesa statale comprende le spese militari.




Verdetto: mancando l’actus reus Friedman e tutti gli altri sono assolti, come direbbe la formula giuridica italiana, con formula piena, ovvero per non aver commesso il fatto.


Note a margine: ci preme far notare intanto che evidentemente l’accusa si è basata su idee sue proprie, presumibilmente generate da avvenimenti con nessi di causalità almeno dubbia (per inciso la mancanza del nesso di causalità inficierebbe anche la richiesta di risarcimento in sede civile) e ha scritto senza neanche avere la decenza di verificare i dati. Non possiamo non notare l’analogia tra questo modo di fare ed il modo di pensare di certi laureati in ‘scienze’ politiche, alcuni dei quali hanno occupato gli scranni del Parlamento in epoche più o meno recenti. E’ chiaro che questa particolare sottocategoria di Lorsignori tende a farsi un’idea basata su pochi casi, e ad innamorarsene al punto da non avere nemmeno lo scrupolo di verificarla. Per questo la parola ‘scienze’ è tra virgolette: il metodo scientifico impone la verifica empirica.


Altra considerazione è che, purtroppo, esiste una ‘cultura’ giuridica che ammette che la sola mens rea sia sufficiente alla condanna. In sostanza si tratta di processi alle intenzioni, ederitati dalle epoche più buie e riesumati dalle peggiori dittature del ventesimo secolo. Questi metodi furono utilizzati infatti sia nella Germania nazista che nell’Unione Sovietica, a partire dalle purghe staliniane, e in alcuni dei Paesi satelliti dell’URSS.

Almeno i tedeschi, che hanno una tradizione di capriole di teoria giuridica da far sembrare i bizantini dei principianti iniziata con la faccenda della translatio imperii che giustificò il Heilige Römische Reich Deutscher Nation, avevano teorizzato che il Führer era depositario non solo della Volkswille, ma anche del Volksgeist, giustificando così ogni atto nazista come emanazione diretta del popolo tedesco (non quindi solo in nome e per conto del popolo, ma proveniente direttamente dal popolo. E poi i tedeschi accusano gli italiani di cercare scuse! ).


I sovietici, notoriamente meno acculturati, non si giustificarono nemmeno.Per un esempio di come il processo alle intenzioni di staliniana memoria sia stato utilizzato a ditanza di anni nei Paesi satelliti, consigliamo la lettura di  Žert (lo scherzo) di Kundera più che del famoso Processo di Kafka.

E adesso l’eccezione di cui parlavamo prima: praticamente l’unico esempio di ‘shock and awe’ è Karl Marx, che teorizzava la rivoluzione per imporre il comunismo attraverso una fase di dittatura del popolo. In questo caso purtroppo è anche notoriamente, e tragicamente, presente l’actus reus della rivoluzione russa. A parte che abbiamo difficoltà a considerare Marx un economista, facciamo ricorso alle scienze comportamentali che ci dicono come ognuno tenda a predire il comportamento altrui attraverso quello che egli stesso farebbe in una situazione simile. L’esempio è il cane che, tenendo un osso sbavato tra le zampe, al vedere il padrone avvicinarsi ringhia perché pensa che l’uomo voglia toglierlo al cane per rosicchiarlo lui. In altre parole i marxisti, abituati ad imporre le loro idee in punta di fucile, penserebbero che anche gli altri facciano lo stesso. Questa però è solo un’ipotesi da verificare empiricamente: è preferibile infatti la verifica empirica delle idee, di cui è bene non innamorarsi tanto da difenderle contro la prova contraria.

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